La Performance: tra Arte Contemporanea e Psicologia

L’arte contemporanea apre un nuovo paradigma focalizzato sull’intersoggettività, successivamente all’arte moderna, focalizzata sulla soggettività.

Per la sociologa Nathalie Heinich l’arte contemporanea ha un proprio paradigma ed è fondata da una serie di caratteristiche proprie dove l’elemento chiave dell’arte contemporanea è la partecipazione per iniziazione e contesto (La sociologia dell’arte, 2004).

 

Quindi l’arte contemporanea è percepita, trasformata e vissuta attraverso diverse emozioni in gioco: l’ironia, il divertimento, ma anche il cinismo e il disprezzo.

 

Risulta fondamentale l’approccio psicologico a 360°, oltre l’Estetica: sono coinvolti sentimenti diversi ed emozioni, dove l’empatia e lo scambio reciproco tra il performer (artista) e il pubblico (fruitore) è il paradigma per l’autentica espressione dell’arte contemporanea.

 

Quindi, la psicologia e l’arte trovano lo stesso campo di studio e d’azione nell’Arte contemporanea, e il particolare nella Art Performance dove artista e pubblico scambiano emozioni e azioni, che coinvolgono pensieri e schemi cognitivi che possono agire nel profondo della mente (archetipi). Basta pensare alle famose performance di Marina Abramovic, che con la sua arte si è spinta oltre limiti fisici e psicologici, emozionando il mondo intero, come nella live performance “The Artist is Present” al Moma di New York.

 

Il libro della Dottoressa Carniato “La Pervasività dell’Arte: Come e Quanto l’Arte ci influenza?” (2019) riguarda lo studio delle dimensioni psicologiche in gioco tra artista e il pubblico durante le performance d’arte, in particolare nella performance “Mama Say Make I Dey Go, She Dey My Back” dell’artista nigeriano Jelili Atiku, tenutasi all’Arsenale di Venezia all’inaugurazione della Biennale d’Arte nel 2017.

 

Biennale Arte 2017 – Jelili Atiku (performance)

 

Il presente studio si focalizza sugli aspetti psicologici ed emotivi dell’esperienza artistica, in particolare sulle dinamiche e l’analisi della fruizione di significati, emozioni ed esperienze tra l’artista Jelili Atiku e il pubblico che partecipa attivamente alla performance.

 

L’opera “Mama Say Make I Dey Go, She Dey My Back” di Jelili Atiku, massimo esponente di performance d’arte contemporanea africana, è realizzata in un contesto sociale complesso, unico ed esclusivo: l’inaugurazione della 57esima Biennale di Venezia, VIVA ARTE VIVA, curata da Christine Macel nel 2017.

 

Elemento chiave della ricerca della dottoressa Carniato è lo studio della Pervasività dell’Arte nella vita delle persone, per verificare con metodo scientifico quanto persiste a distanza di tempo l’esperienza artistica, cioè cosa è percepito, fruito e vissuto durante la partecipazione alla performance artistica e cosa rimane nel tempo.

 

Lo studio ha lo scopo di valutare con metodo scientifico, la complessità e la pervasività dei processi emotivi e cognitivi che sviluppano la relazione artista-artefatto-pubblico.

 

Per avere uno studio completo e attendibile, la ricerca è “mixed-method”: integra il metodo qualitativo e quantitativo ed è frutto della collaborazione con la Dottoressa Alice Chirico, ricercatrice dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

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