Burnout: Cos’è, Cause, Sintomi, e Come Affrontarlo

Il burnout è uno stato di esaurimento mentale, fisico ed emotivo causato da uno stress prolungato e intenso, spesso, ma non solo, legato al lavoro.

Tende a manifestarsi maggiormente in periodi dell’anno associati a carichi di lavoro più intensi (come i mesi di novembre e dicembre, caratterizzati da scadenze lavorative e chiusure di progetti) o a pressioni sociali elevate. Inoltre, varia in intensità a seconda delle dinamiche professionali e personali.

Dato il suo potere impattante, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha riconosciuto come una sindrome a sé stante, che influenza in maniera profonda e diffusa la vita di una persona.
In questo articolo esaminiamo cos’è il burnout, da quali fasi è caratterizzato, quali tipologie sono state individuate, le principali cause e i suoi sintomi, e alcuni piccoli suggerimenti per affrontarlo.

Psicologo Psicoterapeuta Treviso e Online - Simona Carniato

Le 12 Fasi del burnout

Esistono vari modelli e approcci per spiegare cos’è il burnout, la sua evoluzione e i suoi sintomi. Uno dei più noti, elaborato dagli psicologi Freudenberger e North, individua 12 fasi che ne costituiscono il processo:

  1. Necessità di affermarsi: fase iniziale in cui la persona è estremamente motivata, spinta dall’ambizione e dalla voglia di affermarsi.
  2. Dedizione eccessiva al lavoro: La persona tende a sovraccaricarsi di lavoro per raggiungere obiettivi o scadenze, sacrificando altre aree della propria vita.
  3. Negligenza dei propri bisogni: La persona trascura il benessere personale, riducendo il tempo dedicato a riposo e alimentazione.
  4. Spostamento dei conflitti: La persona evita il riconoscimento della fonte di stress, minimizzando o ignorando i problemi e spostando la responsabilità su altri fattori.
  5. Revisione dei valori: La scala dei valori comincia a modificarsi: viene dato sempre meno peso a famiglia, amici e interessi personali. Il lavoro diventa l’unico obiettivo.
  6. Negazione: La persona minimizza i sintomi e non riconosce il burnout. Tuttavia emergono irritabilità, cinismo e isolamento dagli altri.
  7. Ritiro sociale: La persona perde interesse nelle relazioni e nelle attività quotidiane e tende a isolarsi socialmente, sia al lavoro che nella vita privata.
  8. Cambiamenti dell’umore: Si osservano un aumento di irritabilità, aggressività, atteggiamento di apatia e depressione.
  9. Depersonalizzazione: La persona perde il contatto con sé stessa, diventando insensibile e distaccata dai propri valori, bisogni ed emozioni.
  10. Vuoto interiore: La persona avverte un profondo senso di vuoto, perdita di significato, ansia e insoddisfazione. Si sviluppano spesso comportamenti compulsivi e dipendenze per gestire questo malessere.
  11. Senza speranza: In questa fase la persona non riesce a vedere un futuro migliore e può cadere in uno stato di depressione, caratterizzato da senso di disperazione, apatia e mancanza di motivazione.
  12. Esaurimento totale: fase finale in cui si assiste ad un vero e proprio collasso fisico e mentale. Spesso è necessario un intervento medico urgente e un periodo di recupero più o meno lungo.

Tipologie di burnout

Gli psicologi hanno individuato varie tipologie di burnout, derivanti da condizioni di varia natura. Questa classificazione aiuta a comprenderne meglio le cause specifiche e ad individuare interventi mirati per ogni situazione.

 

3 tipologie di burnout comuni sono:

  • Da sovraccarico: colpisce chi si sente costantemente sotto pressione e lavora incessantemente per soddisfare le richieste, spesso per dimostrare le proprie capacità o per ottenere un qualche riconoscimento.
  • Da noia: insorge quando il lavoro non offre stimoli, come spesso capita a chi svolge compiti ripetitivi senza prospettive di crescita, generando noia e apatia. La persona può avere la sensazione che il proprio lavoro sia privo di significato, e pertanto perdere la motivazione e diventare meno produttive.
  • Da trascuratezza: si manifesta quando una persona si sente impotente e sopraffatta dalle proprie responsabilità e di conseguenza esperisce frustrazione e demotivazione. Gli ambienti più a rischio sono quelli dotati di scarse risorse o dove il supporto e la comunicazione sono limitati.

Cause

Sebbene lo stress lavorativo rappresenti un fattore di rischio significativo per il burnout, non tutti coloro che occupano ruoli ad alta pressione sperimentano questa condizione. Infatti, vari aspetti dello stile di vita e della personalità possono influenzare la capacità di una persona di gestire situazioni stressanti. Alcuni fattori possono mitigare lo stress, mentre altri possono aumentare il rischio di burnout.

 

Fra i principali fattori di rischio troviamo:

  • Ambiente di lavoro poco favorevole: Un ambiente caratterizzato da scarse risorse, comunicazione inefficace, pressione costante per il raggiungimento di determinati risultati, mancanza di riconoscimento e supporto, può contribuire al senso di frustrazione e isolamento ed intensificare il rischio di burnout.
  • Mancanza di supporto sociale: Il supporto da parte di colleghi, supervisori e familiari è fondamentale per gestire in maniera funzionale lo stress. La mancanza di una rete di supporto può portare da un aumento del senso di solitudine e impotenza tipico del burnout.
  • Pessimismo e perfezionismo: Un tratto di personalità come il pessimismo genera una visione distorta delle proprie capacità, influenzando negativamente la percezione delle sfide lavorative. Invece il perfezionismo fa sì che una persona si senta sempre inadeguata, aumentando il suo carico emotivo e il rischio di esaurimento.
  • Troppe responsabilità: Assumere troppi compiti o ruoli può creare un sovraccarico difficile da gestire. Il peso delle tante responsabilità e la paura di deludere gli altri spesso spingono le persone a lavorare oltre i propri limiti.

Sintomi

I sintomi del burnout vengono spesso confusi con quelli dello stress, ma presentano caratteristiche distinte. Mentre lo stress può manifestarsi come un sovraccarico temporaneo di emozioni e pressioni, il burnout rappresenta una condizione di esaurimento emotivo e fisico che si sviluppa nel tempo.

 

Ecco alcuni segnali comuni di burnout:

  • Stanchezza persistente: Non si tratta solo di sentirsi stanchi dopo una lunga giornata, ma di una sensazione costante di esaurimento che non migliora con il riposo. Questa stanchezza può manifestarsi fisicamente e mentalmente, influenzando le capacità di concentrazione e produttività.
  • Ansia e irritabilità: Chi lo sperimenta diventa più ansioso e facilmente irritabile, rispondendo in modo eccessivo a situazioni che prima gestiva senza problemi. Questo può portare ad una difficoltà nel mantenere relazioni sane e a conflitti interpersonali, sia a lavoro che nella vita privata.
  • Perdita di motivazione: Sintomo caratteristico è la mancanza di interesse nel raggiungere obiettivi e nel portare avanti progetti, sia professionali che personali. Ogni attività appare monotona e priva di valore, cosa che alimenta un ciclo di frustrazione e impotenza.
  • Distacco dalle attività quotidiane: Un segnale evidente è la perdita di interesse o il distacco dalle attività che prima erano fonte di gioia o soddisfazione. Questa disconnessione può estendersi anche alle relazioni, portando a un isolamento sociale.
  • Visione negativa del lavoro e della vita: Chi lo sperimenta sviluppa una percezione pessimistica del proprio lavoro e della vita in generale. Si sente disilluso e ha la sensazione che i propri sforzi siano inutili o privi di significato. Questa visione porta, a sua volta, ad un aggravamento del loro stato emotivo.

Come Affrontarlo

Per affrontare il burnout sono necessari interventi mirati che tengano conto degli aspetti fisici, cognitivi ed emotivi.

 

Fra gli step fondamentali per ripartire, troviamo:

  • Chiedere aiuto: Parlare con un supervisore, colleghi di fiducia o, idealmente, con un professionista della salute mentale è uno dei primi passi per riconoscere e affrontare il burnout. La condivisione delle difficoltà fornisce sollievo e nuove prospettive per gestire la situazione. Inoltre, il supporto sociale riduce il senso di isolamento e migliora la resilienza.
  • Prendersi cura di sé: La cura di sé è essenziale per recuperare energia. Dormire a sufficienza, mantenere un’alimentazione bilanciata e inserire attività di svago nella propria routine mantiene il corpo e la mente resilienti.
  • Riformulare le priorità: Ristabilire un equilibrio tra vita lavorativa e vita privata è cruciale per affrontare il burnout. Riflettere sui propri obiettivi, aspettative e valori, ponendo limiti chiari al lavoro e dedicando tempo a famiglia, amici e passioni, e identificando ciò che è davvero prioritario è fondamentale per migliorare la qualità della propria vita.

 

Affrontare il burnout richiede tempo e un impegno costante nel prendersi cura di sé, ma è fondamentale per prevenire il peggioramento della condizione e garantire un benessere duraturo.

 

Riconoscere i segnali di allerta, senza sottovalutare la situazione, e ricordarsi che il proprio benessere è una priorità è il primo passo per ritrovare l’equilibrio e la serenità nella propria vita quotidiana.

Sitografia: